Il primo ponte pensile in Italia

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Su incarico di Ferdinando 2° di Borbone, il ponte pensile sul fiume Garigliano, ideato e calcolato nel 1825 dall’ing.re lucano Luigi Rosario Maria Giura, fu costruito dal 1828 al 1832.

Il costo dell’intera costruzione del ponte si aggirò sui 75.000 ducati, e cioè la metà della spesa preventivata, come risulta dagli Annali del Regno di Napoli. Furono impiegate circa settanta tonnellate di ferro. Le catene furono fuse a Cardinale (CZ) nella fonderia di Carlo Filangieri, principe di Satriano: Il primo ponte pensile in Italia fu completato nel 1832 ed inaugurato il 10 maggio da Ferdinando secondo di Borbone: Negli Annali così si legge: […] il Re volle il primo cimentar la saldezza del ponte; e postosi nel mezzo di esso fece innanzi a sé passare di trotto due squadre di lancieri e sedici traini di artiglieria, senza por mente al risico a cui si esponeva, anzi resistendo alle reiterate e rispettose istanze del suo seguito perché di là si rimuovesse. […].

Da Francesco Saverio Giura, dottore in legge, e da Vittoria Pascale, nacque a Maschito (PZ) Luigi Giura il 14-10-1795. Laureatosi in ingegneria nel 1815, fu nominato professore di architettura statica ed idraulica. Il primo ponte pensile Italia ifu costruito in sostituzione dell’antica Scafa. Italia i ponti sospesi ebbero immediato e vasto successo. Oltre al ponte sul Garigliano, meritano attenzione quelli costruiti sul fiume Calore in Campania (1835) e quello del Valentino a Torino (1840).

Il Giura concorse alla preparazione della costruzione delle strade ferrate nel Mezzogiorno e nel 1860 Giuseppe Garibaldi lo nominò prima Direttore Generale dei ponti e delle strade, poi Ministro dei lavori pubblici. Morì il primo marzo 1874. Le spoglie riposano nel cimitero di Napoli, nel recinto degli Uomini Illustri, dove la Provincia gli fece erigere un monumento marmoreo con la seguente iscrizione:

A LUIGI GIURA

lustro ed incremento dell’ingegneria civile napolitana negli umili gradi e ne’ sommi stampa di antico cittadino desiderio eterno pubblico e privato vissuto all’arte e vivo ognora nelle opere compiute al quale mancarono i tempi non l’animo per opere maggiori.

Sotto l’epigrafe due medaglioni: in uno è scolpito il ponte sul fiume Garigliano visto di fronte, nel secondo sono incise le parole: PONTE SOSPESO – SUL GARIGLIANO – PRIMO – IN ITALIA – MDCCCXXXII.

Durante la seconda Guerra Mondale, i tedeschi, ripiegando verso Roma, minarono la base ed il pilone lato mare nella zona laziale, più la campata del ponte che andò distrutta il 14 ottobre 1943.

La prima idea di un ipotetico ripristino del ponte “Borbonico” venne allo storico minturnese Angelo De Santis nel 1959.  Nel 1973, su Lazio Ieri ed Oggi il Nostro rinnovò l’appello alle Autorità per un riesame della prima istanza inerente la ricostruzione del ponte pensile sul fiume Garigliano: In seguito l’iniziativa è stata portata avanti dall’A.A.S.T. di Minturno-Scauri (delibera n°19 del 10-3-1973 e dalla rivista locale Il Golfo. Il 16-6-1982 si costituiva un Comitato per la ricostruzione del ponte. All’iniziativa aderirono (oltre a chi scrive) Autorità politiche, amministrative e letterati, nonché l’A.N.A.S. e varie Soprintendenze ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici.

Su iniziativa dell’architetto Jacobitti, soprintendente ai Beni Architettonici di  Caserta  scaturì,  nel 1985, il progetto di restauro e di recupero al quale collaborarono gli architetti Lucio Morrica, Augusto Vitale e Federico Mazzolani. Oggi il Garigliano, storico fiume che divide il Lazio dalla Campania, è tornato alla ribalta della cronaca per essere stato il primo ponte pensile in Italia ad essere ricostruito. L’A.N.A.S., proprietaria del manufatto, finanziò il restauro. I lavori di smontaggio dei quattro piloni, delle catene di ritenuta, e delle quattro sfingi iniziarono nel settembre del 1990 dalle ditte “Adanti-Solazzi” di Bologna e “Balducchi” di Modena, sotto la direzione tecnica di cantiere dell’ingegnere Piero De Dominicis. Furono ricostruiti cinque conci in pietra calcarea a geometria tronco-conica dalla ditta P.C.M. di Coreno-Ausonio (FR). Ad una profondità di sei metri, dal piano di calpestìo, furono sostituite le quattro piastre di ancoraggio in acciaio con selle di appoggio dove furono alloggiati otto spinotti cilindrici di ritenuta (L=1100 Ø mm. 180). Agli spinotti sono stati incernierate le barre costituenti le catene di trattenuta lunghe mediamente circa metri2,70 e dal peso di circa 60 kg. cadauna. Le barre della catena, alternandosi in maglie di quattro e cinque, nel tratto di ritenuta, raggiungono, obliquamente, la sommità dei quattro piloni, che terminano con quattro capitelli decorati con palmette egiziane, secondo il gusto dell’epoca, che aveva visto da poco le grandiose testimonianze dell’arte egiziana riportata in Europa da Jean François Champollion, decifratore della scrittura degli egizi.

Il ponte ha una luce libera tra i piloni di 80 metri. L’impalcato è formato da elementi in profili di ferro e, prevalentemente, in alluminio più un tavolato in mogano. Per la costruzione del ponte del fiume Garigliano sono stati adoperati acciai ad alta resistenza del tipo 38 NCD4. La ‘gomena’ ha una lunghezza di circa 81,5° metri; Le catene di ancoraggio misurano circa metri 28,25.

I primi ponti sospesi nel mondo si basavano sul principio costruttivo degli elementi portanti realizzati con catene per passare, in secondo tempo, ai cavi propriamente detti, costituiti da più trefoli in fili d’acciaio ad elevato limite elastico che sfruttano la sola resistenza a trazione del materiale: il cavo, privo di rigidezza flessionale, sotto i carichi si deformerebbe (come succede nelle passerelle sospese in liane o funi vegetali e tavolato, ancora diffuse in molte aree geografiche, che costituiscono la matrice di tutti i ponti sospesi).

Per gentile concessione di un mio amico collezionista, vengono pubblicate, oggi, per la prima volta,  le convenzioni affidate ad alcune ditte di Traetto (Minturno dal 13-7-1879) per la manutenzione del Ponte Real Ferdinando, deliberate dall’Amministrazione del Demanio Pubblico, Servizi di Ponti e Strade, Provincia di Terra di Lavoro, Cammino di Roma:

° 11-6-1851, ditta Raffaele Molino per il cambiamento di alcuni pezzi di legname che compongono l’impalcatura del ponte in ferro sul Garigliano e per l’acquisto del materiale abbisognevole: (618,10 ducarti). Il tutto a carico della Real Cassa di Ammortizzazione;

°7-1- 1867, alla ditta Raffaele Molino fu rinnovato l’incarico per lire 1.192,55;

° 31-3-1881, ditta Gaetano Carcone e Berardini Luigi, per lire 401,70;

° 9-5-1895, rinnovo alla ditta suindicata, per lire 1867,35

° 8-8-1898, ditta Francesco Carcone, per l’estaglio annuale di lire 1700,00

Attualmente, previa autorizzazione della nuova direttrice dell’area archeologica di Minturnae, si può attraversare a piedi, il ponte sul fiume Garigliano.

Mario Rizzi

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