Andare in bici

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp

– IN MEMORIA DI CARLO PADULA –

Ma dove vai, bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor… Così era il ritornello di una famosa canzone di tanti, tanti anni fa.

In tempo di crisi economica, di rincaro del prezzo del carburante, di aumento della sindrome da stress di guida delle auto, e con il favore dalla bella stagione, ecco che ultimamente la bicicletta, piacevole mezzo di locomozione, è stata riscoperta e rinata a nuova vita.

Ormai la usano in molti, per spostarsi facilmente da un luogo ad un altro, per diletto, per commissioni, per lavoro.

Niente più file estenuanti in automobile o parcheggi intasati. Oltretutto l’esercizio fisico che si ottiene pedalando non può che far bene per tenersi in forma. In più, meno smog nelle città ed addio spese per il rifornimento e di manutenzione per gli autoveicoli.

Sembra tutto perfetto, ma c’è un “ma”: purtroppo le nostre città, e soprattutto quelle di provincia, raramente sono a misura di bicicletta. La perfetta fruizione di tale mezzo, semplice, sfizioso ed economico, presuppone, infatti, la presenza di piste ciclabili. Senza di esse, circolare oggi in bici diventa spesso un rischio, se non un dramma. La città di Fondi non si sottrae a questo problema di carenza. Tranne un breve tratto lungo la via che conduce alla stazione ferroviaria, non si conoscono ulteriori piste riservate. Pertanto si pedala ogni giorno pericolosamente lungo strade molto trafficate, rasentando i marciapiedi, in un equilibrio precario derivante dal timore di essere anche soltanto sfiorati da camion ed altri mezzi. Il povero ciclista deve sopportare gli spostamenti d’aria provocati dal passaggio delle auto, i loro sorpassi azzardati, le manovre di uscita dai passi carrabili, gli sbandamenti dei rimorchi, le gimkane dei motociclisti e tanto altro ancora.

Un tipo intelligente suggerì, un giorno, di salire con la bicicletta sul marciapiede e procedere in questo modo per evitare guai. Al di là del fatto che è severamente vietato, non è possibile trasgredire per mera opportunità personale. Anche i pedoni hanno i loro diritti. Il problema può essere risolto soltanto dalla amministrazioni comunali, che dovrebbero essere più sensibili alle necessità dei cittadini e rispondere con efficacia ai loro bisogni. O dobbiamo attendere che si verifichi qualche incidente mortale? La nostra società è fatta così, purtroppo. Ci si preoccupa soltanto dopo, quando la cosa è già avvenuta. Non è questo il metodo. Occorre una attenta lettura dei fenomeni, prevenirli e mettere in campo tutte le nostre capacità di interpretazione e di soluzione.   

Carlo Padula

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

link utili

sostienici

carte-2

periodico

Mese di Ottobre