Sperlonga: la mostra, una collettiva – al Labirinto

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AL LABIRINTO

2 giugno  –  9 luglio 2024

Sperlonga, Torre Truglia

La mostra, una collettiva.

Rinnovando la forte adesione della cittadina laziale con il mito, dopo l’esperienza dell’anno passato, il 2023, Sperlonga, il suo Sindaco Armando Cusani, hanno sposato un altro progetto di Paolo Giorgi che, nella doppia veste di autore e curatore, ha ordinato una mostra collettiva con opere di un formato unico, cm. 50×50, su uno dei temi più arcani e suggestivi del mitologema Il Labirinto appunto.

Sindaco Armando Cusani

Il più antico al mondo è quello che, a corredo della propria piramide, come tempio funerario, fece erigere il Faraone Ammenemes III (1842-1797 a.C.) e che già sotto quel nome enigmatico sarebbe stato ammirato nel tempo, da greci e romani. Sorgeva nei pressi del Lago Meride nel Fayyum, e a detta di Erodoto che lo visitò “Io l’ho visto ed è superiore ad ogni descrizione. Se uno mettesse insieme le mura e le opere che i greci hanno compiuto, esse, per lavoro e per spese apparirebbero inferiori a questo labirinto…il quale supera anche le piramidi” così che secondo Plinio, altro testimone dell’immane costruzione, era stato questo di Meride, l’idea e il modello per Dedalo “ma solo per la sua centesima parte”, Dedalo, il costruttore di quello eretto forse come reggia minoica a Creta, presso Cnosso. E qui entriamo nel mito, l’esigenza insita nell’uomo di ordinare  la moltitudine di forze e fenomeni che lo circondano, la spiegazione di un rito carico sovente di orrore, come quella che da secoli intangibile, domina per esempio, su questo misterioso complesso, il Labirinto appunto. Intanto il suo nome: deriverebbe da Labrys, ascia bipenne, e into come luogo? Ipotesi scartata dagli studiosi: a Creta quell’utensile si chiamava wao. Perché i greci micenei, avrebbero dovuto prendere un termine dell’Asia Minore, per un oggetto che un nome suo proprio già lo aveva? Il Labirinto fu in origine anche il palazzo di Pasifae e suo marito Minosse? I genitori di quella Arianna poi divinizzata e mitica istigatrice dell’uccisone del fratellastro il Minos Taurus, il Toro di Minosse? Ma c’era un vasto spazio di fronte al Palazzo, occupato invece da una pista di danza, sorta prima o dopo quella pista, fu anche lei stimolo e modello del Labirinto? Sovente infatti questo è legato alla danza, lui stesso, forse un lastricato di marmo piazzato al suolo con linee del labirinto incise per consentire le evoluzioni guidate di danzatori che si tenevano per mano, addentrandosi nelle spirali di quei segni a terra che vanno verso l’interno come verso l’esterno, tortuosa forma muta e senza tempo, a riprova citiamo Omero. ” ……un recinto per la danza Dedalo a Cnosso costruì un tempo per Arianna chioma bella”. Il mito invece, reclude nell’inestricabile ridda delle sue stanze e corridoi, l’esecrabile frutto di un amplesso bestiale, Minos Taurus, (Asterione il suo nome proprio), metà uomo con testa taurina. La madre Pasifae lussuriosa, invaghita di un meraviglioso toro bianco, ne vuole essere presa sessualmente e sarà sempre l’esule ateniese Dedalo, l’incarnazione di tutti gli artisti, a costruire stavolta per lei, una sagoma lignea di vacca, nella quale lei possa posizionarsi per essere posseduta dal magnifico toro. L’orrore del figlio che ne nascerà, sarà rinchiuso appunto nel Labirinto, un luogo dove è assai facile entrare, ma difficilissimo sortire. A sanare la tensione dell’incalzare degli eventi, ecco che il mito manda provvidenziale l’Eroe, quel Teseo giovane bellissimo, tributo insieme ad altri coetanei, che Atene deve a Cnosso che l’ha sconfitta, come vittime per il sostentamento del Minotauro. L’Eroe innamora Arianna che decide di usarlo per uccidere il fratellastro e porre fine a quei massacri gratuiti ed inutili. Sarà sempre Dedalo, per tornare ad uscire dalla sua micidiale costruzione, a consigliare alla coppia, un grosso gomitolo da dipanarsi via via che Teseo procederà nel Labirinto, fino a giungere al cospetto della bestia da sopprimere. Gli amanti in fuga benchè innamorati, si divideranno poi, per altre sorti e destini. L’immagine archetipica del Labirinto, esprime fondamentalmente il cammino della vita? Quella vissuta in modo autentico, quella delle scelte continue che ci sono richieste, tra le diverse indicazioni di percorso e che comporta inevitabilmente errori e deviazioni? Eppure è bastato un filo a sciogliere  l’inganno! Ecco che ci sono tutti gli ingredienti per coinvolgere la pittura di figurazione in questo formidabile stimolatore di fantasie e immagini. E così Paolo Giorgi ha “ordinato” questa mostra collettiva nella quale, insieme ad altri colleghi ed ottime pittrici, nella clausola di una misura unica, (una tela di cm. 50×50), indagano, riflettono gli esiti nella nostra contemporaneità, da parte di questo simbolo che graficamente è già seduzione.

Non a caso ha parlato di contemporaneità Vittorio Sgarbi che ha titolato un suo prezioso saggio “L’arte è contemporanea”: la pittura non è operazione residuale ma di rara e preziosa, colta manualità, soverchiata oggi dal gran caravanserraglio mediatico dello stupore ad ogni costo.  E allora, oltre a Paolo Giorgi,  Salvo Russo, Gioxe De Micheli, Raniero Botti, Luca Morelli, Mario Fani, Aurelio Bulzatti, Sergio Ceccotti, Perini, Mauro Reggio, Simone Piccioni, ecco Alessandra Giovannoni, Daniela Marchetti, Licinia Mirabelli, a noi ho voluto aggiungere l’opera di una giovane disegnatrice di gioielli Beatrice Ferraldeschi, chiedendole di ispirarsi ai pochi straordinari reperti di monete, monili, anelli rinvenuti negli scavi di Creta. La pittura onorerà questo meraviglioso apologo, evocandolo in lavori densi di suggestione che riporteranno alla memoria un argomento di rara potenza e suggestione e da esporre a Sperlonga, cittadina carica di passato, (qui Tiberio aveva una villa che a lungo frequentò), nei suoi prati potevano dimorare quelle Sirene che Circe, nel congedarsi da Ulisse, (ammesso che la sua reggia fosse sul promontorio del Circeo), gli annuncia vicinissime maliose e terribili, appollaiate, perché no,  nei prati tra Fondi e Sperlonga appunto, è che è stato lo spunto per la collettiva che vi ho ordinato del 2023.  Jorge Luis Borges, accreditato come grande indagatore di labirinti, al termine di un suo raccontino, regala questa sua struggente ipotesi di una lotta che si suppone cruenta “Pensa Arianna, il Minotauro, non si è neppure difeso”.    

Gli artisti

Raniero Botti

Nato a Roma nel 1960, è architetto assai apprezzato per la sua arditezza del concept nella progettazione delle varie hotellerie che sono la sua alta distinzione professionale. La sua costante tensione nella ricerca di nuove soluzioni contemporanee non è disgiunta dall’indagine serrata sulla fotografia, i cui risultati sono esposti in mostre personali e collettive tra Roma, Grosseto, Sperlonga, presso la Galleria Il Frantoio di Capalbio in dedica ad Armando Trovajoli. L’ombra e i volumi sono la sua interiorità, interpretati sapientemente nelle suggestioni dello spazio e delle proporzioni sia dalla fotografia e da tempo, segretamente, confluiti nella pittura, esposta per ora in autorevoli collettive a Sperlonga per L’infinito di Leopardi, alla Galleria 28 Piazza di Pietra a Roma nel 2022 per 13 pittori per 13 obelischi in occasione dell’anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon e presso la Fondazione Primoli in occasione nella mostra collettiva D’Apres Proust e come Art sur l’herbe a Capalbio, a Sperlonga per Il mare delle Sirene e a Palazzo Orsini di Bomarzo per Infinito Vicino nel 2023. Nel 2024 è presente alla collettiva per il centenario della morte di Giacomo Puccini, presso la Galleria 28 Piazza di Pietra a Roma.

Aurelio Bulzatti

All’inizio degli anni ’80 si trasferisce a Roma, per collaborare con la Galleria di Plinio de Martiis, La Tartaruga, dove tiene tre mostre personali nel 1983, nel 1984, e nel 1987. Da Maurizio Calvesi, è invitato alla XLI Biennale di Venezia “Aperto 84”. Successivamente sempre a Roma, collabora con la Galleria di Netta Vespignani con due mostre personali, una nel 1991 e l’altra nel 1996. Invitato a due edizioni della Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni nel 1986 e nel 1996 mentre due importanti retrospettive si tengono a Ciampino e l’altra Ferrara nel 2008.  Nel 2011 è presente nel Padiglione Italia in occasione della LIV Biennale di Venezia, al MACRO di Roma è invitato alla rassegna “Atelier” e nel 2023, è invitato ad esporre con una retrospettiva, presso MART di Rovereto. 

Sergio Ceccotti

Nasce a Roma nel 1935, svolge la sua attività tra Roma e Parigi. Allievo di Oskar Kokoschka a Salisburgo nel 1956-57 e dei corsi di disegno dell’Accademia di Francia a Roma dal 1956 al 1961.

A Parigi ha tenuto 12 mostre personali lavorando per 23 anni con la Galleria Alain Blondel. Mostre Personali a Roma, Milano, Bruxelles, Monaco di Baviera, Genova, Firenze, Napoli, Palermo, Alessandria, Ancona, Pescara, Terni, Monopoli. Quattro le personali in musei: Galleria Comunale Arte Contemporanea di Arezzo 1987, Upplands Konstmuseum di Uppsala 1993, Galleria d’Arte Moderna di Anticoli Corrado 2004-5, Casino dei Principi di Villa Torlonia, Roma 2014-15, e negli spazi pubblici di Sala Comunale di Genzano 1992, Cloitre des Cordeliers di Tarascon 2003, Centro Cultural Borges di Buenos Aires 2010, Università del Molise di Campobasso 2012, Istituto Italiano di Cultura Buenos Aires nel 2015, Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2018, Galleria 28 Piazza di Pietra nel 2020. Invitato a prestigiose collettive a tema come D’apres Proust presso la Fondazione Primoli nel 2022, Il mare delle Sirene ordinata nel Comune di Sperlonga nel 2023.

Gioxe De Micheli

E’ nato a Milano il 27 gennaio 1947. Giovanissimo è andato “a bottega” da due tra i più rappresentativi esponenti del “Realismo esistenziale”, Giovanni Cappelli e Giuseppe Martinelli, in seguito, a Brera, sotto la guida di Gianfilippo Usellini, ha frequentato i corsi di Decorazione e Affresco. Di lui hanno scritto critici e poeti: da Raffaele De Grada, Giovanni Testori, Dino Buzzati, Luigi Carluccio, Raffaele Carrieri e Rossana Bossaglia, a Giorgio Seveso, Giovanni Raboni, Elena Pontiggia, Vivian Lamarque, Gianfranco Bruno e Chiara Gatti. Nel 1994 ha realizzato un grande trittico per il Palazzo di Giustizia di Milano e nel 2001 a Collodi, un murale per la Fondazione Pinocchio. Dal 2013, il suo Polittico della Maternità, trova definitiva collocazione nella chiesa di San Biagio a Camaiore (LU). Sue opere si trovano nell’Ospedale nuovo di Grosseto e nella Parrocchia di San Luca Evangelista a Milano. Vive e lavora a Milano.

Mario Fani

Nasce a Poppi (AR) nel 1950. Autodidatta, inizia la sua attività espositiva nel 1990 con una mostra personale nel castello dei Conti Guidi di Poppi. Nel 1997, dall’incontro con il critico d’arte Arnaldo Romani Brizzi, nasce una collaborazione con la galleria il Polittico, da lui diretta in collaborazione con Massimo Gaggiano. Nel 1999 vi terrà la prima personale, e per oltre 20 anni, fino alla sua chiusura, parteciperà a tutte le mostre collettive che la galleria organizza, in sede, in spazi museali prestigiosi in Italia e all’estero. Negli stessi anni inizia la collaborazione con la Galleria Rieder di Monaco di Baviera e con la Galleria Brugger di Berna, presso le quali ancora espone. Nel 2022 a Roma presso la Fondazione Primoli, è invitato alla collettiva D’apres Proust e nel 2023 una sua personale è ordinata presso la Galleria 28 Piazza di Pietra sempre a Roma dove partecipa in seguito,alla collettiva in omaggio al centenario della morte di Giacomo Puccini, nel 2024. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Collezione Permanente del Senato della Repubblica Italiana.

Paolo Giorgi

Nato a Grosseto nel novembre 1940, vive a Roma. Un ciclo di dipinti su La montagna incantata di Thomas Mann nel 1984, lo pone all’attenzione della critica più provveduta. Mostre personali in Gallerie di Milano, Brescia, Genova, Ferrara, Bologna, Roma, è invitato a tre edizioni della Quadriennale 1988, 1989, 2005 ed è del 2011 quello alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia alle Corderie dell’Arsenale. Nel 2018, presso la Sala delle Risonanze dell’Auditorium Parco della Musica, è ordinata la mostra del suo ciclo di dipinti in dedica al melologo di Richard Strauss Enoch Arden. Nel 2018 espone presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, 12 Acquerelli sulla figura di Gustav Mahler, poi ospitata nel 2019 presso il Kulturzentrum di Toblach-Dobbiaco. Nel 2022 espone in una mostra di grandi acquerelli presso la Galleria Civico 1 di Carrara. Nel 2023 è ordinata presso il Cassero Mediceo di Grosseto, una sua mostra di opere recenti mentre presso il Cenacolo del Complesso Valdina della Camera dei Deputati, sono esposti i 24 piccoli dipinti del ciclo Il mare intorno a noi: nella Letteratura, Musica, Pittura e Poesia. Due sue opere sono in collezione presso il Museo d’Arte  Moderna e Contemporanea MACRO di Roma.

Alessandra Giovannoni

E’ nata e vive a Roma. Studia Architettura e si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma con Emilio Greco per poi sperimentarsi in tecniche incisorie e scenografiche. Dal 1983 collabora con la Galleria Il Segno di Roma e partecipa a numerose personali e collettive mentre le sue opere vengono acquistate da importanti musei italiani e da collezioni private. Consegue importanti premi: Premio Seconda e Ferruccio Ferrazzi, Primo Premio alla LIX edizione del Premio Michetti nel 2008, premiata per la pittura ad Erice nel 2000, nel 2005 è invitata alla XIV Quadriennale, nel 2011 alla Biennale Internazionale di Venezia. Tra le mostre personali, oltre alle numerose ordinate presso la Galleria Il Segno, alla Galleria Rubin di Milano, a Krefeld nel 1999, a Francoforte, nel 2000, a Parigi, presso l’Orangerie du J. Du Luxembourg, nel 2006, a Palermo presso il Loggiato San Bartolomeo,  nel 2008 a Marino presso il Museo Civico Mastroianni,  nel 2007 al Museo Civico di Anticoli Corrado, nel 2018 al Museo romano Bilotti, nel 2011, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e nel 2023 al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz.  

Daniela Marchetti

Nasce a Carrara dove si diploma presso la locale Accademia di Belle Arti nel 1984. Successivamente frequenta un corso di pittura presso l’Accademie des Beaux Art di Parigi, al termina del quale inizia la sua attività artistica. Dal 1986 espone in mostre personali e collettive in Italia come all’estero. E’ presente al Premio Internazionale di Arte Contemporanea di Sulmona nella sua XXIV edizione, Arte Fiera di Bologna con la Galleria Art Atelier di Carrara, Arte Fiera di Padova con la Galleria Arte Totale di Pietrasanta. Dal 2000 al 2009 collabora con Atelier di Appelhaven Horn in Olanda. La sua mostra più recente è ordinata presso la onGallery di Firenze. Sue opere fanno parte della collezione di Arte Contemporanea presso L’Empire Palace Hotel di Roma come presso numerose collezioni private in Giappone, Brasile, Francia, Olanda, New York dove oggi vive e lavora parte dell’anno dividendosi con il suo studio di Carrara.

Licinia Mirabelli 

Licinia Mirabelli nasce a Roma nel 1970. Si diploma al Liceo Artistico e poi, nel 1992, completa il suo percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Roma. In quegli anni inizia la sua ricerca pittorica che da allora non si è mai interrotta e che si è arricchita attraverso la direzione della d’AC Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino, i venti anni di insegnamento come la docenza presso i TFA dell’Università di Tor Vergata e partecipndo anche ad alcune mostre e concorsi nazionali come internazionali. I riflessi di questa crescita professionale trovano riscontro in una serie di riconoscimenti concretizzati in esposizioni collettive come la 54° Biennale di Venezia, il 45° Premio Sulmona Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, il LXV Premio Michetti, a Francavilla a Mare. Sue mostre personali sono ordinate presso la Galleria Fidia “Interno/Esterno”, poi “ From Life”  nella Galleria di Porta Latina a Roma e “Frammenti di quotidiano” ordinata presso la  Galleria Spazio Ingranaggi d’Arte a Castel Gandolfo. .

Luca Morelli

Nasce a Roma, consegue nel 1990 il diploma di pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.  L’inizio della sua attività espositiva parte nel 1999 a Roma, seguiranno diverse esposizioni sino alla collaborazione a partire dal 2006 con la Galleria Il Polittico di Roma. È da ricordare con la stessa Galleria la sua mostra personale Il principio del risveglio del 2010. Seguiranno altre mostre personali, nel 2017 con la Galleria KoArt di Catania e nel 2019 con la Galleria 28 Piazza di Pietra a Roma. Tra le collettive si ricorda: Nuovi Pittori della Realtà 2007 Pac-Milano, Contemplazioni Castel Sismondo Rimini, nel 2016 Per Whilelm Hammershoi a Roma presso l’Hotel Art, le più recenti nel 2019: “La stanza segreta”  dalla Collezione Caggiano, Gualdo Tadino (PG). Nel 2016 un suo dipinto viene acquisito dal MEAM-Museu Europeu Art Modern di Barcellona. Nel 2017 gli viene assegnato il  2° Premio nella rassegna internazionale 44° Premio Sulmona. E’ invitato alle rassegne collettive D’apres Proust  presso la Fondazione Primoli a Roma e a Sperlonga per Il mare delle Sirene nel 2023.  Nel 2024 è invitato presso la Galleria romana 28 Piazza di Pietra, in occasione della collettiva in omaggio al centenario della morte di Giacomo Puccini. Vive e lavora a Roma.

Alessandro Perini

Nato a Firenze nel 1950, consegue la laurea in Filosofia ed il Diploma di Pittura alla locale Accademia di Belle Arti. Collaborerà per 15 anni con la Galleria fiorentina Ken’s Art Gallery di Walter Bellini nel 2002 e nel  2007.  E’ del 2012 la mostra presso la Galleria Rielaborando di Arezzo. Nel  2020 ol suo lavoro approda presso la  Casa di Dante a Firenze Ha esposto anche in Olanda, e Regno Unito, con gallerie private come con aziende e Istituzioni pubbliche. Nel 2000 è ammesso alla “summer exibition” della Royal Academy di Londra. E’ presente nella collettiva in dedica al bicentenario de L’infinito di Giacomo Leopardi, a Roma, presso la Libreria Punto Einaudi, nel 2019. Trasferitosi a Lucca nel 2020, vi ha esposto nel 2023 presso il Real Collegio. Vive e lavora a Lucca.

Simone Piccioni

Nasce a Roma nel 1971 dove si diploma al V° Liceo Artistico, ed oggi vive da qualche tempo in Australia restando tuttavia buona parte della sua ispirazione, l’Italia. Da 20 anni ama interpretare compositi contesti d’interni, nature morte, paesaggi urbani e naturali, attraverso un rigoroso “realismo onirico”, che identifica la sua pittura. Nata pittoricamente la sua professionalità nella Galleria romana “Il Polittico”, i suoi paesaggi sono un luogo di poesia  e incanto dove gli spazi infiniti, sono un vagare tra itinerari con soste idilliache. E’ invitato a numerose collettive a Berlino e Berna come a Milano presso il PAC, in omaggio ai 200 anni da L’infinito di Giacomo Leopardi,  a Sperlonga nel 2019. Nel 2015, una sua mostra personale è ordinata presso la romana Biblioteca Angelica, e nel 2018 presso il Museo Diocesano di Albano Laziale.  La mostra più recente nel nostro paese è ordinata presso il Cenacolo Valdina della Camera dei Deputati nel 2023. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private tra cui quelle del Principe del Qatar, del Presidente Giorgio Napolitano, Bernard Arnault, Bulgari, della catena Starwood Luxury, Excelsior e St. Regis Hotel.

Mauro Reggio

E’ nato a Roma nel 1971, la passione per la pittura avuta sin da subito lo porterà nel 1993 al conseguimento del diploma di laurea con lode all’Accademia di Belle Arti della sua città. Risalgono a quel periodo i primi contatti con mercanti e galleristi. Negli anni successivi si concentra soprattutto sul paesaggio urbano di cui esalta prospettive e architetture spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo per metterne in evidenza le geometrie e i colori, le trasforma nel vero e unico soggetto del quadro: tangenziali e gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali ritratti in un presente senza tempo. Molte sono le esposizioni personali e collettive sia in Italia che all’estero in gallerie di prestigio, musei  e spazi istituzionali, con due partecipazioni alla Biennale di Venezia (2011 e 2015).

Nel 2021 vince il Premio Eccellenti Pittori. I suoi dipinti sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private tra le quali si segnalano  quella della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma MACRO, la Collezione Farnesina presso il Ministero degli Affari Esteri, quella del Senato sella Repubblica Italiana. Vive e lavora a Rocca di Papa (RM).

Salvo Russo

Nato ad Acicastello (CT) nel 1954, docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Nel corso del 2005 una sua opera è stata acquisita nella collezione del Senato della Repubblica Italiana, Palazzo Madama. Nel 2011 è invitato alla 54° Biennale di Venezia. Nel 2024 è presente nella rassegna “Arte in Sicilia nel Secondo Novecento”, a Catania, dove sempre nello stesso anno, è presente anche per “Tra figurazione e segno” 1968/2023. Ha esposto e collaborato con la Galleria Gian Ferreri di Milano e con Il Polittico di Roma. Ha eseguito copertine per la LUISS di Roma . Fra le principali mostre personali e collettive: Complesso Santa Chiara (NA) / Pal dei Capitani – Ascoli, Mole Vanvitelliana-Ancona, MAXXI– Roma, Palazzo Reale- Milano, Reggia di Caserta, Palazzo Venezia, Dallas, Mosca, Citta’ del Vaticano, Bulgari – Tokio – Kioto / Citizen Col. Foundation-New York, Londra, Bruxelles, Barcellona, Stoccarda, Barbizon, Myconos, Zagabria, Melbourne,  Ostenda,  Ankara,  Bucarest, Cairo,  Grenoble, Beirut,  Towsville,  Brisbane,  Damasco,  Lubiana,  Budapest.

 I gioielli

Beatrice Ferraldeschi,

nata a Roma nel 1995, dopo il Liceo Classico intraprende gli studi presso lo IED (Istituto Europeo del Design) di Roma e nel triennio si laurea in Fashion Styling e Editing di Moda. Ma intanto si avanza e si consolida la sua passione per i gioielli e questa dopo consulenze per Shooting in ambito moda e arte e l’approdo decisivo alla scuola di oreficeria di Roma, Accademia delle Arti Orafe. Si incrementa così la sua spiccata manualità e sensibilità artistica attraverso la tecnica della modellazione in cera oltre alle tecniche di una oreficeria più tradizionale. E’ la nascita di LEBI: un progetto artistico in cui è racchiusa la creatività come l’interpretazione e la rivisitazione dell’antica oreficeria accompagnata da una ricerca serrata dell’arcano mondo degli ori micenei, l’alta maestria del mondo greco, rivisitato per l’invito alla mostra collettiva Il mare delle Sirene a Sperlonga nel 2023, che prosegue con la partecipazione presso la Galleria 28 Piazza di Pietra a Roma, in occasione della collettiva in omaggio al bicentenario della morte di Giacomo Puccini, rivisitando questa volta gli ori donati da che Tosca, potrebbe aver donati al manto della Madonna, come ci dice, cantando in una sua romanza. 

Al Labirinto

a cura di Paolo Giorgi

Sperlonga, Torre Truglia

Inaugurazione 2 giugno 2024, ore 17,30

La mostra sarà aperta dal 2 giugno al 9 di luglio

Orari

Tutti i giorni dalle ore 17 alle 22

 Informazioni

Tel. 077 1557803

(foto in alto: Sperlonga LT)

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