CHI HA PAURA DEL RICONOSCIMENTO DEI MERCATI E DELLE FIERE STORICHE

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CHI HA PAURA DEL RICONOSCIMENTO DEI MERCATI E DELLE FIERE STORICHE IN PROVINCIA DI LATINA E DI FROSINONE

Una altra decisione grave e sbagliata dei SUAP – Camera di Commercio Frosinone e Latina

Si porta a conoscenza che nella giornata odierna la nostra Associazione ha inviato una nota all’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio, Paolo Orneli, ed alla Direttrice Regionale per lo Sviluppo Economico, le Attività Produttive e la Ricerca, Tiziana Petucci, con la quale si chiede di intervenire con urgenza sui Comuni che hanno avviato il “censimento delle botteghe ed attività storiche” escludendo da tale possibilità i mercati e le fiere storiche che si svolgono da oltre cento anni in quei Comuni, affinché correggano gli avvisi pubblici già pubblicati.

Ci è dipeso da una errata interpretazione del cosiddetto “coordinamento dei SUAP” che fa capo alla Camera di Commercio di Frosinone e di Latina, ha dato indirizzo ai Comuni di escludere le attività ambulanti dei mercati e delle fiere storiche dalla possibilità di essere censiti come “mercati e fiere di valenza storica”, come stabilito dal Regolamento Regionale avente per oggetto la DISCIPLINA PER LA SALVAGUARDIA E LA VALORIZZAZIONE DELLE BOTTEGHE E DELLE BOTTEGHE STORICHE”, (Deliberazione 2 agosto 2022 n. 666) che all’articolo 3 comma 6 prevede che possano essere incluse nel censimento anche “le imprese che fanno parte dei mercati e delle fiere di valenza storica di cui all’articolo 51 del Testo Unico del Commercio”.

Il Regolamento Regionale prevede che siano i Comuni a procedere alla pubblicazione dell’Avviso Pubblico con il quale danno luogo al “censimento” delle attività storiche per il successivo inserimento nell’Elenco Regionale, entro il 17 febbraio p.v.

Con questa grave decisione si sta impedendo di fatto anche il riconoscimento della storicità di importanti mercati e fiere che possono essere riconosciuti come storici, avendo essi i requisiti di oltre cinquant’anni di attività, come stabilito proprio dall’articolo 51 del Testo Unico del Commercio.

Parliamo di mercati “storici” come quello di Latina – di cui alleghiamo una foto risalente agli anni ’30 –, o di importanti Fiere che si svolgono storicamente da centinaia di anni come quella di San Cesareo a Terracina o della SS. Civita ad Itri, solo per citarne due tra le più rinomate e legate a festeggiamenti religiosi e che rischiano di essere escluse da questo riconoscimento Regionale.

Così non hanno deciso i Comuni di Formia, di Gaeta, di Lenola e di Cori, di Aquino e di Castrocielo, che li vogliamo ringraziare pubblicamente per la loro corretta decisione che prevede il riconoscimento anche dei mercati e delle fiere. La nostra Associazione sta assistendo questi Comuni per ottenere il riconoscimento delle Fiere Storiche di S. Erasmo e di Giovanni a Formia, della Fiera della Madonna di Porto Salvo e di Sant’Erasmo a Gaeta, della Fiera della Madonna del Colle a Lenola e delle Fiere della Madonna del Soccorso e di San Giuliano di Cori e di Giulianello. Punteremo al riconoscimento della storicità dei loro mercati essendosi svolti con continuità da molti decenni, salvo interruzioni dovute alla Guerra, ed avendo essi contribuito alla connotazione storica, commerciale e persino culturale di queste cittadine e paesi.

Impedire il riconoscimento dei mercati e delle fiere storiche è non solo un danno arrecato ai Comuni stessi, ma è uno sfregio alla loro storia, è la negazione del loro passato e delle loro tradizioni commerciali che si fondano sul piccolo commercio dei mercati e sui colori, sui profumi e sulla vivacità delle bancarelle che vendevano anticamente le terraglie, i cesti, i vimini, gli animali ed altri prodotti, alimentari e non, che soddisfacevano le necessità di comunità che attendevano gli ambulanti nei mercati e nelle fiere per soddisfare le loro necessità di approvvigionamento e/o per vivere momenti di festa e di socialità.

E si rendevano vive le Piazze e le strade di quei paesi, accompagnati dai suoni delle Bande Musicali del posto e dai riti e dalle processioni legate al culto dei Santi e delle Madonna.

Questa è la nostra storia, che e non può essere negata da interpretazioni semplicistiche e sbagliate di qualche burocrate, e che noi rivendichiamo e difendiamo con orgoglio.

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