POTENZIATO IL CONSULTORIO FAMILIARE DI ITRI

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SALVATO DALLA SOPPRESSIONE E ADDIRITTURA POTENZIATO IL CONSULTORIO FAMILIARE A ITRI IN ATTESA DELLA NASCITA DELLA CASA DELLA SALUTE

L’apprensione per le crescenti voci che davano il consultorio familiare di Itri in via di soppressione sono state smentite. Non solo la struttura di via don Morosini (foto in alto) non chiuderà, ma vedrà potenziati i servizi che eroga. L’ufficialità del provvedimento proviene direttamente dal sindaco Giovanni Agresti che, insieme all’assessore ai servizi sociali, Mario Di Mattia, ha incontrato i responsabili dell’Asl competenti per questo servizio. “La notizia tanto attesa -dichiara Agresti- è finalmente giunta.

Il Servizio Tutela Salute Mentale ed Età Evolutiva (T.S.M.R.E.E.) di Itri, inserito all’interno della U.O.C. di Neuropsichiatria del presidio sud-ovest, non chiuderà. Siamo tanto soddisfatti della decisione scaturita dopo che la scorsa settimana, in compagnia dell’assessore ai servizi sociali, ci siamo recati presso la sede del distretto per incontrare il capo del dipartimento di Neuropsichiatria infantile, dott. ssa  Anna Di Lelio. A lei abbiamo fatto presente non solo che il servizio resti attivo, rappresentando un punto di riferimento essenziale per le problematiche legate alla prevenzione, cura e riabilitazione delle fasce più giovani della popolazione, ma che, addirittura, venga potenziato, in quanto alla struttura si rivolgono non solo i residenti del comune di Itri, ma anche quelli di molti paesi limitrofi”.

Giovanni Agresti

A tal proposito, Agresti ha comunicato la disponibilità del Comune alla collaborazione con l’ASL, proponendo di fornire personale del Comune in possesso delle adeguate competenze (assistente sociale, educatore) per fare da filtro alle richieste del servizio nell’ottica di una integrazione socio-sanitaria necessaria per la risoluzione dei problemi complessi. “Ho poi invitato l’Azienda Sanitaria – ha concluso Agresti – a una collaborazione più stretta in quanto obiettivo dell’Amministrazione è non solo evitare la chiusura, ma potenziare i servizi ad alta integrazione socio-sanitaria fino a giungere all’istituzione della Casa della Salute non appena i locali saranno disponibili”.

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