Ospedale di Terracina: fiore all’occhiello della nostra città?

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L’Ospedale di Terracina (foto in alto), non solo è tra i più moderni architettonicamente parlando, ma potrebbe essere il fiore all’occhiello della nostra città, soprattutto per quanto concerne i servizi, perché abbiamo effettivamente delle “eccellenze”, se non fosse per le evidenti problematiche e i gravi disagi che gli operatori si trovano ad affrontare quotidianamente e che impattano fortemente sui bisogni e sulla vita delle persone che necessitano di cure e servizi.

Comincio con il precisare che l’attività chirurgica presso l’Ospedale “Fiorini” ha subito non solo un brusco rallentamento, ma un vero e proprio sconvolgimento, le cui cause sono molteplici ed incidono in maniera determinante sulla risposta all’esigenza territoriale, concomitando la ormai acquisita scomparsa della chirurgia fondana presso l’Ospedale di Fondi.

Problema primario e atavico è la carenza degli anestesisti, a cui si è tentato più volte di far fronte in maniera sempre più difficoltosa e non solo per la carenza di tali figure professionali, esistente in tutto il territorio nazionale, ma anche per la miope programmazione aziendale che ha visto, negli ultimi anni, una errata distribuzione delle (poche) risorse in base alla forza politica dei presidi ospedalieri, senza una precisa allocazione in base alle reali necessità. Questo ha comportato la contrazione dell’attività operatoria in elezione ad una sola seduta settimanale per specialità, con conseguente, costante allungamento delle liste d’attesa e disagio per i pazienti, che spesso vedono sfumare il loro intervento per l’interporsi di un’urgenza, con conseguente aumento della degenza. E’ facilmente comprensibile, pertanto, come la sala operatoria, che dovrebbe essere il fulcro della attività ospedaliera, sia molte volte sottoutilizzata per l’attività di elezione. Tale carenza viene solo in parte soddisfatta dall’utilizzo degli anestesisti “a gettone”, in quanto questi ultimi sono più dedicati ad espletare la guardia (a 100 euro l’ora) piuttosto che garantire gli interventi programmati.

2) Secondo problema è la carenza di personale medico nei Reparti Chirurgici, essendo ad oggi ridotti a 7 chirurghi (che devono effettuare anche il servizio di guardia attiva h24) e a ben 4 ortopedici!!! Ciascuna di queste equipe deve garantire la gestione del proprio Reparto con le attività ambulatoriali e quelle di routine oltre alle urgenze; questo comporta un’ulteriore contrazione dell’attività operatoria a causa del fatto che non si può garantire, costantemente, la formazione delle equipe operatorie, a meno di enormi sacrifici da parte dei medici, spesso costretti a svolgere un numero di ore lavorative impensabili!

3) Terzo problema è il sempre più ridotto approvvigionamento di materiale per l’esecuzione degli interventi, che ha portato, ad oggi, alla impossibilità reale di poter programmare alcuni tipi di operazioni, peraltro già in lista, per la mancanza del materiale specifico, con ulteriore aumento delle liste di attesa.

Risultato di tutte queste situazioni critiche? L’ospedale stenta e, in qualche caso, non riesce a soddisfare la richiesta di un’utenza distribuita su un territorio molto vasto, comprendente sia il litorale da Sabaudia a Sperlonga, che tutto il territorio dei Monti Lepini, senza considerare il fatto che il “Fiorini” rappresenta il vertice della confluenza tra tre grosse arterie stradali tra le più pericolose d’Italia per la percentuali di incidenti. Questo comporta una maggiore pressione sugli ospedali di Latina e di Formia, a loro volta sull’orlo del collasso.

Senza segnalare il fatto che la carenza di medici radiologi costringe ad operare, per alcune notti al mese, in telemedicina, cioè senza la possibilità di avere un radiologo in loco, per cui gli esami ecografici e le TAC devono essere dirottate su Latina o su Formia, in un ospedale come il nostro con un Pronto Soccorso che fa più accessi di quello di Formia e in cui le urgenze traumatologiche son in gran numero!!!

Inoltre, queste carenze impediscono il raggiungimento degli obiettivi aziendali e questo potrebbe comportare il rischio di essere sempre più penalizzati dalle scelte strategiche.

Tralasciamo poi la Medicina, la cui gestione da parte dei vertici aziendali è veramente surreale!!!Queste sono solo le criticità più evidenti, cioè quelle che i pazienti patiscono in prima persona e che riversano poi sul personale in servizio. Ma vi posso assicurare che, da paziente quale sono stata, il personale tenta in tutti i modi di creare meno disagi possibili, ma spesso è veramente difficile perché, se non si riesce a sopperire alle criticità quotidiane, è inutile sperare nei miracoli…anche se a volte accadono!

Anna Zarra Spezzaferro

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