DOPO LO YOGA IL MUSEO DI SPERLONGA RIPARTE PER UNA “STAGIONE DI 12 MESI”

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LO YOGA AL MUSEO DI SPERLONGA.

Un’esperienza da portare avanti

L’estate che ci sta lasciando, almeno come data sul calendario, ha segnato, tre le tante attrazioni che un centro come Sperlonga può propinare, l’irripetibile esperienza dello yoga itinerante nell’area del Museo Nazionale Archeologico del centro litoraneo.

L’idea di questo interessante richiamo è stata proposta da un maestro della disciplina, contornato dai suoi allievi, e fatta propria dal Parco “Riviera di Ulisse” e dalla struttura museale diretta dalla dott. Cristiana Ruggini, con la collaborazione del comune di Sperlonga, per sublimare i momenti caratteristici di questa pratica con la scenografia naturalmente irripetibile dell’area archeologica che perpetua il mito di Ulisse e gli ozi rilassanti dell’imperatore Tiberio. Si è parlato, a questo proposito, di un “Museo sempre più all’avanguardia” e non c’è stata esagerazione alcuna nel valutare nella positività del giudizio la splendida realtà storico-artistico-culturale della struttura.

Quello che tutti si auspicano, ora, che, passata l’estate, il Museo perpetui questo forte richiamo verso scolaresche, gruppi turistici italiani e stranieri e visitatori in genere. Le potenzialità attrattive le possiede e ne conta tantissime, dai tesori scultorei, all’area museale in generale, con il capolavoro della grotta di Tiberio che unisce, in una simbiosi fascinosa, arte, mare e natura. E c’è tutta una storia pregressa che ha visto l’area ospitare manifestazioni che hanno segnato pagine indelebili nella storia della cultura nazionale e internazionale. Il tutto grazie alla sinergia operativa di dipendenti che, raffinati nell’arte della recitazione e dell’intrattenimento in genere, hanno arricchito gli archivi della struttura con eventi da Oscar. Basti pensare alla immotale “Passione vivente“ (duemila presenze ogni volta per cinque serate) che ha visto, come interpreti gli stessi dipendenti, con Domenico la Rocca, nel ruolo applauditissimo del Cristo, ai tempi della dirigenza di Marisa de’ Spagnolis.

Evento che si è collocato in una scia di appuntamenti culturali rievocativi, in costume, di momenti della vita romana, della recita, in versi omerici, in greco, degli amori di Galatea e Polifemo, con 300 spettatori, al toccante momento delle “Ultime sette parole di Cristo”, con musiche di Haiden e la partecipazione del fisarmonicista di richiamo internazionale Marco Lo Russo. E che dire, poi, del primo premio vinto a San Domenico di Forlì, dalla scultura conservata nel museo e raffigurante la testa di Odisseo, inviata nel centro romagnolo, insieme a opere di grande valenza artistica pervenute da tutto il mondo, in occasione della mostra “Il mito di Ulisse nell’arte”. E altre decine di eventi che hanno sancito il ruolo di grande richiamo del Museo per 12 mesi all’anno, nel cui calendario ci auspica possa trovare posto anche la rinnovata esperienza dello yoga.

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