La profezia di Margaret Thatcher e l’Europa di oggi

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La profezia di Margaret Thatcher e l’Europa di oggi

“L’euro sarà fatale per i Paesi più poveri perché devasterà le loro economie inefficienti.”


Così parlava Margaret Thatcher, la “Lady di ferro”, molti anni prima che la moneta unica entrasse in vigore. Con la sua consueta lucidità, l’ex primo ministro britannico aveva colto i rischi economici di un progetto che, pur presentato come politico, nasceva su basi economiche fragili e squilibrate.

Margaret Thatcher

Già nel 1990 la Thatcher metteva in guardia il suo governo e l’Europa intera: l’unione monetaria avrebbe favorito i grandi Paesi industriali, come la Germania, ma avrebbe messo in ginocchio le economie più deboli, incapaci di reggere una politica monetaria unica e rigida. Nella sua autobiografia del 1993 ricordava di aver avvertito il cancelliere dello scacchiere John Major che “la moneta unica non potrà mai rispondere alle esigenze così diverse di Paesi tanto diseguali”.

Aveva ragione. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dall’introduzione dell’euro, vediamo con chiarezza quanto quella previsione fosse fondata. Le disparità economiche si sono accentuate, i margini di manovra dei singoli Stati si sono ridotti e la sovranità democratica appare sempre più condizionata da vincoli economici che soffocano lo sviluppo e la coesione sociale.

A conferma di ciò, basta osservare i dati: le uniche economie europee che continuano a registrare una crescita positiva del PIL sono proprio quelle dei Paesi che non hanno adottato l’euro, come la Polonia, la Svezia, la Norvegia o la stessa Gran Bretagna. È un segnale chiaro di come la flessibilità monetaria resti un elemento decisivo per sostenere la competitività, proteggere l’occupazione e difendere l’economia reale.

Non si trattava di isolazionismo, ma di lucidità economica. Thatcher non rifiutava l’Europa, ma ne contestava le fondamenta sbilanciate: un’unione costruita senza un reale equilibrio tra economie forti e deboli era destinata a generare tensioni e disuguaglianze.

Il tempo le ha dato ragione. Le sue parole restano un monito per chi crede in un’Europa dei popoli e delle economie reali, non solo delle regole contabili.

Giovanni Meschino
Presidente del Movimento Popolare Lega Aurunca

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