Declassamento della protezione del lupo: una decisione controversa
Il grado di protezione del lupo nell’Unione Europea subirà una modifica significativa, passando da “strettamente protetto” a “protetto”. I Rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri, riuniti nel Coreper, hanno approvato la proposta avanzata dalla Commissione Europea a fine 2023. Questa novità concederà maggiore flessibilità ai Paesi membri, riducendo il livello di tutela del lupo da rigoroso a semplice, aprendo potenzialmente a nuove misure di gestione della specie.
Secondo fonti diplomatiche, la proposta è stata approvata con una maggioranza significativa, nonostante alcune opposizioni e astensioni. Due Stati membri, Spagna e Irlanda, hanno votato contro il declassamento, mentre quattro Paesi, tra cui Cipro, Slovenia, Malta e Belgio, si sono astenuti. L’Italia, che ospita la popolazione di lupi più numerosa in Europa, ha votato a favore, una scelta che ha suscitato critiche da parte delle associazioni animaliste.
La decisione ha scatenato un acceso dibattito tra le diverse parti interessate. Le associazioni animaliste, da tempo impegnate nella salvaguardia del lupo, hanno espresso forte disappunto. Circa 300 associazioni avevano richiesto di mantenere, e anzi rafforzare, la protezione del grande carnivoro, che considerano cruciale per l’equilibrio ecologico. In particolare, il WWF ha sottolineato l’importanza di promuovere la coesistenza tra lupi e agricoltori, suggerendo misure preventive come l’uso di recinzioni e cani da pastore, e ha ribadito la necessità di sradicare la caccia illegale al lupo.
L’associazione ha inoltre fatto appello alla scienza, chiedendo che ogni decisione riguardante la protezione della specie sia basata su dati scientifici rigorosi e non su pressioni politiche. Il WWF ha anche evidenziato i benefici ecologici e socioeconomici derivanti dalla presenza del lupo, sostenendo che il ruolo di questo predatore è fondamentale per mantenere la biodiversità.
Dall’altra parte, le principali associazioni europee di agricoltori hanno accolto con favore il declassamento della protezione del lupo. Secondo loro, la crescente presenza del predatore rappresenta una minaccia per il bestiame e le attività agricole, e la nuova misura consentirebbe una gestione più flessibile del problema. Tra i partiti politici italiani, Lega e Fratelli d’Italia hanno espresso soddisfazione per la decisione, ritenendo che essa risponda alle esigenze degli allevatori.
Il declassamento della protezione del lupo solleva numerosi interrogativi sul futuro della specie in Europa. Sebbene la nuova normativa consenta ai Paesi membri di adottare politiche più flessibili, resta da vedere come ciascuno Stato deciderà di gestire la presenza del predatore sul proprio territorio. Mentre alcuni potrebbero optare per una maggiore tolleranza, altri potrebbero intraprendere misure più restrittive, suscitando ulteriori controversie.
Nel frattempo, le organizzazioni ambientaliste continueranno a monitorare da vicino la situazione, cercando di garantire che ogni intervento sia fondato su evidenze scientifiche e che la caccia illegale sia contrastata efficacemente. La sfida sarà trovare un equilibrio tra la protezione della biodiversità e la tutela delle attività economiche nelle aree rurali, un equilibrio che rimane delicato e complesso.
In questo contesto, la decisione di declassare la protezione del lupo rappresenta un punto di svolta che richiederà un’attenta gestione e un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte.